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Mandi Trieste. Altre due pagine sul Messaggero. Il nostro Sindaco è contento, mentre a Udine ci sfottono alla grande.

“Mandi Trieste” diventa un caso, anche oggi sulla prima pagina del Messaggero Veneto di Udine (foto sopra), per il secondo giorno consecutivo. Il saluto rivolto al pubblico in occasione del concerto al Rocco fa discutere sul quotidiano più diffuso in Regione. “Già che se ne parli è ridicolo” ha risposto il sindaco della nostra città nella sua nuova veste di direttore editoriale che decide ciò di cui è più o meno opportuno discutere, ma le sue direttive fino a Udine non arrivano, evidentemente. E intanto il mantra da noi provocatoriamente lanciato è stato riportato un po’ da tutti: se a parti invertite a Udine qualcuno avesse aperto un concerto con un “come xe muli?”, le cose sarebbero andate allo stesso modo? Crediamo proprio di no. Ottima invece la battuta sulla città cosmopolita, che c’entrava come Cassano con l’Arcigay, a meno che qualcuno non abbia le prove che Trieste sia friulana, visto che da quando mondo è mondo il primo saluto gli artisti lo rivolgono sempre al luogo dove tengono la propria performance. Ma ancora il Messaggero, oltre alla prima, dedica due paginate interne alle vicenda, impreziosite dal commento del signor Sdrindule, il quale da re della barzelletta (?) riporta una sui triestini:” un triestin in ospedal a Udin: dotor, dotor, no la stia farne la trasfusion, perchè i furlani ga el lavor nel sangue!” E sul Mandi di Bruce, sempre il signor Sdrindule, così chiosa: “Mandi è una parola internazionale (!?) che i Ucci stia contenti”. Chissà se a qualcuno a Trieste è rimasta la dignità di “non stare contento”. Se sentimo muli.
LEGGI ANCHE QUELLO CHE HANNO SCRITTO SUL MESSAGGERO DI IERI, 12 giugno (clicca qui)

qui sotto una simpaticissima vignetta apparsa sui social network e segnalataci prontamente da un nostro lettore: complimenti davvero all’autore. Bravissimo !

(Link per articolo Messaggero Veneto di oggi 13 giugno)

                                                                           (articolo di Pina COLADA – redazione “boletin de Trieste”)